Il Caso del Mese

Un intrigante caso odontoiatrico e come interpretarlo

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AGENESIA DENTALE

PROTOCOLLO DI SCANSIONE: TC Dentalscan 

DOSE EFFETTIVA: Arcata Superiore kV: 130, Tempo di Esp.: 1.8s, Spessore Assiale: 0.253mm

Arcata Inferiore kV: 130, Tempo di Esp.: 1.8s, Spessore Assiale: 0.271mm

INFORMAZIONI CLINICHE: Esame specialistico TC DENTALSCAN – DOPPIA ARCATA, richiesto da Medico Odontoiatra, per valutazione Arcata Superiore, con particolare attenzione nelle zone dei Denti Decidui e valutazione ossea con misurazione della stessa; Arcata Inferiore per controllo di sospetta Cisti (zona 4.4), con valutazione estensione della stessa fino al Forame Mentoniero e controllo Standard generale con eventuali approfondimenti.

ARCATA SUPERIORE

ARCATA SUPERIORE

ANALISI RADIOLOGICA

  • Si esamina TC dell’arcata superiore. 
  • I seni mascellari si esaminano privi da ritrovamenti e normalmente pneumatizzati.
  • Il Dotto Nasopalatino si evidenzia di normale radio-morfologia.
  • Si nota deviazione lieve sinistro convessa del setto nasale a livello della conca nasale inferiore di sinistra. 
  • Si nota inclusione mucosa del 1.8, i cui apici si proiettano nel seno mascellare omolaterale.
  • Il 13 è dislocato in posizione 1.4, in posizione 1.3 si osserva elemento deciduo con segni di rizolisi.
  • Presenza del deciduo 5.5 con lievi segni di Rizolisi. Agenesia del 1.5
  • Presenza dei decidui 6.4 – 6.5 con lievi segni di Rizolisi. Agenesia dei 2.4 e 2.5.

ARCATA INFERIORE

ARCATA INFERIORE

ANALISI RADIOLOGICA

  • Si esamina TC dell’arcata Inferiore. 
  • Lo spessore della corticale ossea appare entro limiti fisiologici.
  • L’architettura trabecolare midollare appare senza alterazioni patologiche.
  • Il canale mandibolare inferiore si esamina di normale radiomorfologia.
  • Si nota formazione cistiforme periapicale radiotrasparente dal diametro massimo di 8 mm che include l’apice del 4.3 e del 4.2.(Cisti odontogena)
  • Si evidenzia radio-trasparenza periapicale cistiforme in prossimità della radice mesiale del 4.6 non a contatto con il canale mandibolare inferiore e nemmeno con il forame mentoniero corrispondente.
  • Presenza dei decidui 7.5 – 8.5 senza segni di rizolisi. 
  • Agenesia dei 3.5 – 4.5.
  • Si evidenzia inclusione Osteo-mucosa del 3.8 che si presenta in inclinazione disto-mesiale a contatto con il canale mandibolare inferiore il quale decorre in senso parietale inferiore rispetto agli apici dell’elemento.

PER SAPERNE DI PIU’…

L’Agenesia dentale è l’assenza congenita di uno o più denti a causa di problemi al follicolo dentale, ovvero, all’embrione che costituirà il dente. Quando si tratta dei più piccoli, si può trattare dei denti decidui (denti da latte). In questo caso il pedodontista deve effettuare un attento monitoraggio, valutando quando e come l’assenza di denti decidui richiede un intervento. Se i denti invece sono già quelli permanenti, com’è sicuro nel paziente adulto, allora l’intervento risulterà obbligatorio

PATOLOGIA

Questa patologia, abbastanza diffusa, può rappresentare un fastidioso problema estetico che potrebbe costituire un disagio nelle relazioni sociali perché, nella stragrande maggioranza dei casi (ben l’80%), i denti mancanti sono gli incisivi laterali, quindi, lo spazio vuoto dei denti assenti è molto evidente. L’agenesia, per ragioni ancora ignote, colpisce più di frequente le donne rispetto agli uomini, soprattutto nel caso della dentizione permanente; di solito è bilaterale, cioè coinvolge entrambi i lati della bocca, e viene interessata prevalentemente l’arcata inferiore dei denti.

Oltre ai danni estetici, possono insorgere problemi di fonazione, di malocclusione, di masticazione o affollamento dentale, perché i denti vicini a quelli mancanti tendono ad occupare il posto vuoto storcendosi o spostandosi. Le possibili conseguenze secondarie vanno da un maggior rischio di carie dentale, poiché i denti parzialmente sovrapposti ostacolano una corretta pulizia, a disturbi temporo-mandibolari, se non si interviene per tempo. Inutile dire che in età avanzata è più probabile dover effettuare interventi di implantologia e, all’occorrenza, di chirurgia estetica.

 ARCATA SUPERIORE (1.5 ; 2.4 – 2.5) (Cross Sections T:1mm; S:2mm)

ARCATA SUPERIORE (1.5 ; 2.4 – 2.5)
ARCATA SUPERIORE (1.5 ; 2.4 – 2.5)

 ARCATA INFERIORE (4.5 ; 3.5) (Cross Sections T:1mm; S:2mm)

ARCATA INFERIORE (4.5 ; 3.5)
ARCATA INFERIORE (4.5 ; 3.5)

Esistono diverse tipologie di agenesia dentale, che possono essere classificate in base al numero e al tipo di denti coinvolti. Vediamo di seguito le tre categorie principali:

  • agenesia parziale (o ipodonzia): assenza di uno o più denti, in numero inferiore a 6
  • agenesia multipla (o oligodonzia): assenza di più di 6 denti
  • agenesia totale (o ablastodonzia): assenza completa della dentatura permanente.

L’ultima tipologia, chiamata anche ablastodonzia, è una conseguenza di un’agenesia dei denti decidui (cosiddetta agenodonzia): si tratta di una patologia molto rara, quasi sempre correlata ad altre malattie di origine genetica.

CAUSE

Le cause delle agenesie dentali e i fattori di rischio sono molteplici e molto diversi tra di loro. Sono state però individuate le ragioni più comuni che portano all’insorgenza di questo disturbo. Ecco quali sono:

  • fattori ereditari e familiarità della patologia;
  • fattori genetici come la trisomia 21 (sindrome di Down), o altre alterazioni genomiche a loro volta correlate con ulteriori tipi di anomalie dentali o cranio-maxillofacciali;
  • trattamenti medici pesanti come la chemioterapia;
  • malattie somatiche come scarlattina o sifilide;
  • malnutrizione, sulla quale si può intervenire a titolo preventivo, oppure intervenendo sul regime nutrizionale e correggerlo per evitare il crearsi di ulteriori danni;
  • rachitismo, spesso causa di malnutrizione e, più raramente, derivato da malattie che alterano il metabolismo del calcio, come le disfunzioni delle ghiandole paratiroidi;
  • altri squilibri ormonali;
  • mancata formazione del germe dentale, o ritardo dell’eruzione dentale (comparsa del dente permanente) durante lo sviluppo del bambino;
  • distruzione, in seguito a traumi, del germe dentale;
  • eventi traumatici o di natura infettiva ai denti.

DIAGNOSI

In tutti i casi, è sempre opportuno procedere con una diagnosi attenta ed accurata attraverso l’esecuzione di adatta indagine radiologica. Di prima istanza, è fondamentale eseguire una OPT (Ortopanoramica), per controllare la struttura ossea e lo spessore dell’osso mascellare, al fine di valutare pienamente le condizioni del cavo orale. Bisogna dunque valutare se l’assenza d’un dente possa essere ricondotta ad un’agenesia dentale o meno: infatti, talvolta potrebbe trattarsi di un’inclusione osseauna patologia del cavo orale a causa della quale i denti, non avendo lo spazio necessario per fuoriuscire, rimangono all’interno dell’osso mascellare. Nel caso in cui l’agenesia fosse confermata, la radiografia verificherà anche la presenza di affollamento dentale o di denti storti, in modo tale da avere il quadro completo della situazione e poter così stabilire il miglior tipo di trattamento.

Fortunatamente, le tecniche per far fronte alle agenesie esistono e sono di diverso tipo, per venire incontro a qualsiasi esigenza del paziente a seconda della sua età e conformazione e in base alla gravità della patologia.
In particolare, ci sono tre possibili tipi di intervento per curare un’agenesia:

  • l’inserimento di una protesi tradizionale al posto del dente mancante;
  • la chiusura dello spazio lasciato vuoto attraverso un intervento di tipo ortodontico;
  • l’intervento di implantologia.

Per ulteriori informazioni riguardo la patologia descritta in questo articolo o altre, nonché per lo svolgimento delle relative prestazioni radiologiche si invita a contattare qualsiasi dei centri DentQ nel vs. paese.

 

Elaborato dal Dott. Lucisano Francesco, Lead Radiographer – DentQ Italy


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