Prof. Domenico Della Ventura
Studio Della Ventura
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Intervista al professor Domenico Della Ventura
Perché ha scelto questa professione? Quanti anni di esperienza ha nel campo?
Io nasco come medico chirurgo, mi sono laureato in medicina e chirurgia e poi mi sono specializzato in odontoiatria in quanto rimasi, a suo tempo, affascinato dalla parte della chirurgia orale, grazie a un mio professore.
Ho iniziato negli anni Ottanta, quindi ormai è qualche annetto che pratico questa professione!
Quando era Professore, cosa insegnava agli studenti?
Adesso non sono più all’università, però ho insegnato diversi argomenti, quasi tutti legati alla parte protesica e chirurgica.
Che servizi offre la sua clinica? C’è qualcosa in cui vi specializzate?
Offriamo qualsiasi trattamento odontoiatrico. Di alcune cose non mi occupo io personalmente, ma ci sono dei colleghi che hanno le relative specializzazioni, come l’ortodonzia e l’osteopatia.
Io mi occupo prevalentemente della parte protesica e chirurgica, però facciamo di tutto, anche endodonzia.
Secondo la sua esperienza, quali sono i casi più interessanti o complessi su cui le capita di lavorare?
I casi sono tutti interessanti perché, al di là del caso prettamente didattico, c’è sempre la proiezione sul paziente di cui bisogna tener conto. Il paziente va considerato con molta attenzione, perché a volte il trattamento che può sembrare più semplice all’odontoiatra, può diventare molto complesso in relazione alle condizioni fisiche e psicologiche del paziente.
Solitamente i casi più interessanti sono quelli dove c’è da fare una certa riabilitazione completa, quindi anche con il coinvolgimento posturale, oppure casi dove ci sono rimozioni di grosse cisti o denti del giudizio particolarmente impegnativi.
Ci sono delle tecnologie in campo odontoiatrico in cui lei crede particolarmente o che vede come il futuro della sua professione?
Le tecnologie cambiano continuamente. Quelle valide oggi, magari tra qualche mese già non avranno più la stessa importanza. Comunque, oggi un ruolo fondamentale è ricoperto dalla radiologia. Specialmente in ambito chirurgico, abbiamo la necessità di avere delle radiografie tridimensionali e strumenti sempre più precisi. Altre innovazioni importanti sono la chirurgia implantologica guidata, quindi con la creazione di dime.
Ha per caso un consiglio che vorrebbe condividere con i suoi colleghi? Magari i più giovani che stanno iniziando ora questa professione?
Un consiglio fondamentale è quello di ascoltare molto il paziente, perché oggi questa cosa si tende a lasciarla un po’ da parte. Come ho accennato prima, le azioni che per noi odontoiatri sono la quotidianità, per il paziente avvengono una tantum e il coinvolgimento emotivo del paziente è importante non solo durante l’atto operatorio, ma anche poi per i successivi passi del trattamento. Se il paziente è tranquillo e si sente ben seguito e considerato, la risposta è completamente diversa. Per questo è importante spiegare apertamente al paziente tutto quello che c’è da fare e i vari step della terapia, così che possa accettare le diverse implicazioni e rispondere meglio al trattamento.
Ci consiglia un articolo interessante che ha letto di recente?
Un po’ tutti gli articoli possono essere interessanti se letti nel modo giusto, con lo scopo di imparare qualcosa di nuovo. Con questa premessa, un argomento che mi piacerebbe venisse affrontato di più nelle riviste scientifiche è quello delle ricerche sulle cellule staminali. Queste sarebbero importantissime nel nostro settore, per quando riguarda la rigenerazione ossea e non solo.
Lei come promuove la sua attività?
Noi abbiamo digitalizzato la nostra attività sia nella gestione quotidiana che nei sistemi di prenotazione. I pazienti quindi hanno accesso alla nostra presenza digitale, che diventa un modo per noi di presentare l’attività, dove i futuri pazienti possono trovare anche diverse recensioni e informazioni.
Questo per noi è importante perché nel nostro settore la forma più efficace di promozione è quella del passaparola. I commenti dei pazienti stimolano la fiducia.
Ci sono ostacoli che ha riscontrato nella crescita della sua attività?
Con la pandemia c’è sicuramente stato un cambiamento. Innanzitutto, c’era l’impossibilità di muoversi, poi successivamente è subentrata la paura delle persone che ha sicuramente avuto un impatto. A questo bisogna anche aggiungere che sono cambiati i tempi di assistenza di un paziente. Mentre prima determinate cose si potevano fare in anticipo, come la preparazione della stanza), ora queste attività devono essere svolte di fronte al paziente così da rassicurarlo.
Questo ha sicuramente inciso sulla quantità di lavoro che riusciamo a portare a termine giornalmente.
Quali sono i suoi interessi al di fuori del lavoro? Può raccontarci un po’ quello che fa nel suo tempo libero?
Leggo molto, ma un’altra mia grande passione è quella del modellismo navale statico. In poche parole, mi piace costruire velieri. Devo dire che la mia professione mi aiuta molto nel modellismo e viceversa, dato che entrambe le attività necessitano di altissima precisione e si occupano di parti molto piccole.