Dott. Silvina Friedlander
Direttore, programma di specializzazione in Medicina Orale, Sheba Medical Center
Responsabile del servizio di radiologia maxillo-facciale, Sheba Medical Center
DMD (Dental Medical Doctor) – Università di Tel-Aviv
Specialista in medicina orale
[email protected]
Cosa l’ha spinta a specializzarsi in medicina orale?
Vengo da una famiglia di dentisti, tra cui mia nonna, mamma, papà e fratello. Quindi mi sono ritrovata circondata da dentisti e conoscenze odontoiatriche ovunque attorno a me, fin dall’infanzia. Ma quando ho iniziato a studiare all’università, ho scelto invece medicina. Pensavo sarebbe stata più interessante e appagante per me, e non volevo seguire la mia famiglia a livello professionale. Quindi ho studiato medicina per 3 anni. Ma al terzo anno ho potuto provare la vita in ospedale, e ho deciso che non faceva per me. Volevo fare qualcosa che potesse darmi un miglior equilibrio vita-lavoro. Qualcosa che mi permettesse di dedicarmi alla mia carriera, ma potendo anche metter su una famiglia.
Così feci una ”inversione a U”, per così dire, e passai a Medicina Orale. Col tempo ho notato che i miei 3 precedenti anni di studi di medicina generale mi avevano aiutato, risultando molto utili per completare la specializzazione in Medicina Orale. La sovrapposizione tra medicina generale e orale è evidente, e gli studi generali mi hanno anche impresso una veduta d’insieme più ampia, ispirandomi a curare i pazienti in base all’intero sistema del corpo.
Durante i miei studi specialistici, ho scoperto di essere interessata alla radiologia orale e maxillo-facciale e al Digital Imaging. Al tempo (1999) si trattava di un campo di competenze totalmente nuovo, che mi affascinava ed in cui sentivo di poter far bene. Ma all’epoca, in Israele, non esisteva un programma specialistico di Radiologia odontoiatrica, così ho finito con lo specializzarmi in Medicina Orale, di cui la radiologia dentale era una sotto disciplina.
Che cosa La “spinge” nella Sua professione?
La mia passione è innovare, introducendo delle nuove tecnologie che consentano ai dentisti di fornire cure e trattamenti migliori. La routine mi annoia facilmente e cerco sempre qualcosa da sviluppare, vista la mia passione per le sfide ed il piacere con cui le accolgo.
Per 11 anni ho gestito l’Unità DentoMaxilloFacciale all’ospedale universitario Hadassah – Ein-Kerem di Gerusalemme. In quel periodo ho lanciato due innovative soluzioni CR (Radiografia Computerizzata) nel 2005 e DR (Radiografia Digitale) nel 2010. Convincere i colleghi più veterani di me ad adottare delle nuove tecnologie è stato impegnativo, mentre la generazione più giovane di dentisti era desiderosa di avvalersi di questi nuovi strumenti. Nel 2005 ho presentato il primo scanner a tecnologia Cone Beam implementato in una scuola di odontoiatria in Israele, una macchina NewTom che era ancora utilizzata in posizione supina (sdraiata).
L’innovazione continua a guidarmi e motivarmi tutti i giorni, e sono sempre alla ricerca di nuove tecnologie e metodi utili per aiutare nell’erogazione di migliori trattamenti odontoiatrici.
Può condividere con noi un caso clinico che considera affascinante?
Ne avrei davvero tanti… Un caso particolarmente interessante è stato quello di una giovane paziente con rialzo del pavimento orale, sospettata di soffrire di una patologia delle ghiandole salivari. Il gonfiore veniva ridotto con gli antibiotici, ma riapparse al termine del trattamento antibiotico. L’esame della ghiandola salivare sottomandibolare mediante una scansione di imaging dedicata con agente di contrasto era entro limiti normali. Un endodontista aveva escluso origini odontoiatriche per il disturbo, visto che tutti i denti sulla mascella inferiore destra erano intatti. Il parodontologo non aveva riscontrato alcuna malattia parodontale, né fessure o fratture in alcuno dei denti. Quindi, la paziente venne indirizzata ad una scansione CBCT che fu inviata a me per l’esaminazione, e che evidenziò una perla dello smalto nella biforcazione del dente #46 quale causa dell’infezione ricorrente che si era diffusa attraverso la mandibola e aveva perforato il piatto linguale inferiormente all’osso miloioideo nel pavimento della bocca, imitando le manifestazioni sintomatiche di una patologia delle ghiandole salivari.
Solitamente preferisco incontrare i pazienti di persona anche per visitarli fisicamente. In questo caso, non ho mai incontrato davvero la paziente. Ho accettato di ispezionare solo il file DICOM nella speranza di poter offrire alcune utili osservazioni, diagnosi e raccomandazioni. Ho utilizzato delle ricostruzioni speciali generate dal file DICOM, che mi hanno permesso di trovare una perla dello smalto che altrimenti non sarebbe stata rilevabile. Questa perla ha impedito al parodontologo di trovare il difetto parodontale con una sonda tradizionale. L’infezione causata dalla perla dello smalto era arrivata fino all’area linguale, e alla fine il dente venne estratto. La paziente smise di soffrire e il problema venne risolto.
Può consigliare un articolo che i professionisti del settore dentale dovrebbero leggere?
Maxillofacial cone beam computed tomography: essence, elements and steps to interpretation; Australian Dental Journal, Mar 2012; WC Scarfe, Z Li, W Aboelmaaty, SA Scott, AG Farman
Link all’articolo: onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/j.1834-7819.2011.01657.x
Consiglio questo articolo in quanto offre delle importanti e utili linee guida ai dentisti su come approcciarsi all’interpretazione dell’esame CBCT, al fine di comprendere meglio l’importanza di un rapporto professionale e approfondito delle scansioni 3D ed offrire un trattamento migliore ai pazienti.
Quale messaggio o consiglio darebbe agli odontoiatri?
Il mio consiglio principale per i dentisti è di imparare a lavorare in un team multidisciplinare. L’odontoiatria coinvolge diversi campi di competenza, e per ogni dentista è essenziale collaborare e consultare i vari esperti se si desidera fornire una migliore assistenza ai propri pazienti, nonché consentire a sé stessi di apprendere, svilupparsi ed evolversi costantemente a livello professionale. Naturalmente, tutto questo è ancora più rilevante e cruciale nell’affrontare casi odontoiatrici complicati o insoliti.
Quali canali utilizza per tenersi aggiornata ?
In qualità di Direttore del programma specialistico di medicina orale dello Sheba Medical Center, allargo di continuo i miei orizzonti. Creiamo nuovi materiali per i seminari ogni semestre, e lavorando io in un ospedale, ogni mese mi trovo davanti diversi casi clinici insoliti e interessanti.
Partecipo anche a molte conferenze professionali (molte delle quali internazionali) e faccio parte del consiglio di diversi comitati medici. Inutile dire che sono abbonata anche alle varie riviste di settore, a cui dedico molto tempo di lettura.
In definitiva, posso dire che apprendo e mi istruisco costantemente. Se nella medicina orale arriva una novità, mi ci interesserò subito. E credo che sarà sempre così. Gli orizzonti dell’odontoiatria sono infiniti e non finiranno mai di stupirmi.
Come vede il futuro della sua professione?
La medicina orale si occupa della salute orale dei pazienti con disturbi cronici, ricorrenti e legati alla medicina della regione orale e maxillo-facciale. Per questo, la medicina orale include diverse sotto-specializzazioni, come: malattie delle mucose orali (inclusi i casi di cancro), dolore orofacciale del viso e delle mascelle (inclusi i casi dell’ATM), secchezza delle fauci (solitamente legata alla ghiandola salivare), trattamento di pazienti con patologie sistemiche preesistenti (non trattabili all’interno della comune clinica odontoiatrica), trattamento odontoiatrico in anestesia generale (per i pazienti che soffrono di ansia acuta verso il trattamento odontoiatrico, per i pazienti non conformi, e altro). A fronte di così tante sotto-discipline, il futuro è infinito ed in continua evoluzione, proprio come la professione di medicina orale.
Alcune tendenze in tal senso sono già prevedibili. La medicina orale sta diventando sempre più importante negli ospedali, e i dentisti devono sapere quando rivolgersi a un ospedale. Gli strumenti di intelligenza artificiale (AI) e le scansioni intraorali sovrapposte ai file DICOM vengono utilizzati sempre più frequentemente, visti i miglioramenti nel trattamento odontoiatrico.
Anche la patologia orale sta attraversando un’era di innovazione, in quanto serve solitamente del tempo nel refertare l’istopatologia attraverso l’utilizzo di sofisticati scanner. Tramite l’automazione delle elaborazioni, il campione bioptico viene inserito in scanner sensibili e sottoposto a una potente valutazione computerizzata. Il computer produce tutte le sezioni in modo digitale e automatico, e l’intelligenza artificiale fornirà interpretazioni di alta qualità, riducendo la necessità di sezioni fisiche ispezionate al microscopio.
Quali tecnologie o sviluppi plasmeranno maggiormente, a Suo avviso, il futuro dell’imaging dentale?
Gli Ultrasuoni diventeranno uno strumento più comune per l’Imaging maxillo-facciale. Si tratta di una tecnologia di diagnostica per immagini non invasiva (che coinvolge radiazioni non ionizzanti e quindi più sicure) e che consente l’ispezione dei tessuti molli, compreso il flusso sanguigno nelle aree di infezione, delle lesioni sospette e delle ghiandole salivari. L’ecografia è fortemente dipendente dalle capacità dell’operatore, quindi ci vorrà del tempo prima che venga assimilata alla Medicina Orale.
L’Imaging ad ultrasuoni può aiutarci a rilevare cose difficili da osservare durante la normale osservazione clinica. Come accennato in precedenza, esso ci consente di ispezionare i tessuti molli e identificare la fonte delle infezioni, risultando essere complementare all’ispezione dei tessuti duri mediante imaging a raggi X. Sono fermamente convinta che con il tempo diventerà parte integrante e preziosa dell’imaging maxillo-facciale orale.
Come vede il futuro della radiologia dentale?
Prevedo una digitalizzazione e un utilizzo dell’intelligenza artificiale sempre maggiori, con meno radiazioni ionizzanti e tecniche di conteggio dei fotoni, tramite sensori dedicati e avanzati. Gli algoritmi migliorati consentiranno una presentazione più chiara delle patologie al dentista, riducendo al contempo le radiazioni da imaging.
È importante ridurre il livello di radiazioni, soprattutto perché non tutti i rinvii agli esami di imaging sono realmente necessari. In passato, l’ortodonzia rimandava i pazienti alla scansione CBCT prima, durante e dopo il trattamento ortodontico. La maggior parte dei pazienti ortodontici è giovane, e poiché le radiazioni a raggi X danneggiano i più giovani 2-3 volte di più rispetto al potenziale danno per le popolazioni più anziane, c’è stata grande controversia sull’attuale utilizzo dell’imaging CBCT. Esistono linee guida specifiche da seguire quando si utilizza la CBCT per la diagnosi ortodontica e il piano di trattamento.
Inoltre, il più grande svantaggio della scansione CBCT è che non può distinguere tra i vari tessuti molli. Quindi, come accennato in precedenza, occorrono altre tecnologie, come gli ultrasuoni, per rilevare e analizzare i tessuti molli, o magari trovarne di nuove e capaci di evidenziare i tessuti molli nella CBCT.
Ha detto di aver deciso di specializzarsi in Medicina Orale per mantenere un buon equilibrio tra lavoro e vita privata. Come ha funzionato per Lei finora?
Cerco di conciliare lavoro e vita privata, anche se non è facile. Io e mio marito (che è anche un medico e lavora come direttore d’ospedale) siamo entrambi maniaci del lavoro… Quindi, il nostro punto di partenza per l’equilibrio tra lavoro e vita privata non è esattamente l’ideale… Sono riuscita a dedicare molto tempo alla crescita delle mie quattro figlie (ormai tutte adulte e con carriere indipendenti). Ceniamo sempre il venerdì sera con la famiglia, e dedichiamo i fine settimana a passare del tempo insieme. Personalmente gioco a Squash due volte a settimana, e pratico anche Pilates. Tutto questo mi aiuta a bilanciare il carico di lavoro e a rigenerare la forza.
Per quanto riguarda la parte professionale, oltre al mio lavoro in ospedale ho una clinica privata e partecipo spesso ai convegni. In ogni caso, finisco di lavorare presto (alle 16:00) due volte a settimana. In tal senso, sono felice di aver scelto di specializzarmi in Medicina Orale, poiché credo che mi abbia effettivamente garantito una maggiore realizzazione personale, oltre ad avermi aperto la mente a vari altri aspetti dell’odontoiatria e della medicina.