Spesso ci si interroga sulla reale efficacia dei dispositivi di radioprotezione in ambito radiologico e più specificatamente in quello odontoiatrico. Non è facile dare una risposta univoca e concreta senza entrare nel merito di una discussione riguardante i rischi e i benefici che l’utilizzo dei suddetti strumenti porta.
I dispositivi oggi più comunemente utilizzati in ambito odontoiatrico sono:
Grembiuli
Collarini tiroidei (anti-x)
Funzioni ed Efficacia
L’obiettivo è quello di ridurre l’incidenza dell’esposizione nelle regioni anatomiche più radiosensibili al fine di proteggere da effetti genetici, cancerogeni etc. L’utilizzo di questi sistemi, i così detti DPI (Dispositivi Protezione Individuale), è diventato routinario e ha duplice funzione:
- Psicologica dei pazienti nel sentirsi “maggiormente protetti” con l’utilizzo di tali accortezze.
- Prudenziale nel timore delle persone che l’esposizione delle gonadi, specie nelle donne in stato interessante, possa influire sul patrimonio genetico del nascituro.
Il tutto viene corredato dal fatto che: “Anche le dosi minime, quindi quelle espositive dell’ambito odontoiatrico, quindi le così dette “Radiazioni Stocastiche” non abbiano un valore soglia al di sotto delle quali non si possano manifestare. “
L’utilizzo sempre più frequente di questi sistemi si evolve e diventa unanime anche per quelle pratiche, dove effettivamente la presenza di una schermatura rappresenta solo un effettivo impedimento nella corretta esecuzione della pratica radiologica (OPT, CBCT). La giurisprudenza in materia è piuttosto recente e , infatti, solo dal 2019 è partita una vera e propria “Rivoluzione culturale” – una valutazione profonda sulla materia che dopo l’interrogazione di diversi enti preposti ha portato una risposta perentoria.
Discussione del rapporto rischi/benefici fino alle regolamentazioni vigenti
L’Associazione Americana di Fisica Medica (AAPM), condivisa dalle Società Nordamericane di Radiologia (ACR e RSNA) nonché da AIFM, SIRM e FASTeR, nel suo report del 2019 in merito all’uso dei dispositivi di protezione individuale anti-x per i pazienti sottoposti a esami radiologici afferma che:
“l’impiego dei dispositivi di protezione individuale anti-X, atti a schermare il feto e le gonadi del paziente durante l’indagine radiologica a raggi X, deve essere interrotto come pratica di routine in quanto può comprometterne i benefici”
Nello stesso anno è stato pubblicato il Report N° 177 – Radiation Protection in Dentistry and Oral & Maxillofacial Imaging (Supersedes Report No. 145) affermando che:
“Negli studi odontoiatrici le apparecchiature radiologiche non sempre siano adeguate alla moderna tecnologia né le procedure operative siano sempre ottimizzate”, unitamente al fatto che il paziente può richiederne l’uso, consente di giustificare come pratica prudenziale la prescrizione del grembiule schermato, completo di collare per gli esami endorali e di quello con protezione antero-posteriore per gli esami panoramici e CBCT.
La normativa vigente
Nel 2021 però, viene pubblicata una rivalutazione del “European Consensus on Patient Contact Shielding” le cui indicazioni integrano e superano quelle precedenti.
Le motivazioni che giustificano questo storico cambiamento nella gestione del paziente si possono sommare nelle seguenti semplici direttive:
In nessun caso l’impiego del DPI deve rischiare
- Di coprire, neppure parzialmente, il distretto anatomico oggetto di indagine;
- Di comportare una ripetizione dell’esame;
- Di comportare un aumento dell’esposizione del paziente.
Conclusioni
La migliore protezione per il paziente è ottenibile attraverso l’esecuzione dell’esame con tecnica radiologica ottimizzata che prevede un’accurata collimazione del campo e l’impostazione di parametri di tensione adeguati alla tipologia di esame da effettuarsi. Oggi è unanime il consenso che l’attenzione debba concentrarsi più che altro sull’ottimizzazione dell’esame, la preparazione del personale e l’utilizzo di macchinari opportunamente testati da controlli periodici.
DentQ, in materia di radioprotezione, si attiene fedelmente alle norme vigenti e lo fa attraverso lo studio continuo e personale altamente qualificato, cercando di rispondere ad ogni tipo di quesito clinico con adeguate e specifiche indicazioni redatte su impegnativa da parte dello specialista per ridurre la sovraesposizione non necessaria del paziente mantenendo un compromesso ottimale tra la qualità del servizio e il rapporto rischi/benefici.
Fonti:
Dott. PALERMA Claudio: Rischi da esposizione a radiazioni ionizzanti
https://www.odontoiatria33.it/approfondimenti/22635/l-uso-dei-dispositivi-di-protezione-a-contatto-in-radiologia-odontoiatrica-nella-maggior-parte-dei-casi-non-e-necessario.html
LA RADIOPROTEZIONE IN ODONTOIATRIA: Diagnostica avanzata e normativa di protezione da radiazioni.
Elaborato dal Dr. Enrico Cammarella – Lead Radiographer DentQ Italy